Patologie del testicolo
Tumore del testicolo
Orchifuniculectomia
L’asportazione del testicolo, è un intervento che prevede la rimozione del testicolo affetto da tumore, del funicolo spermatico e dei suoi annessi, attraverso un’incisione inguinale di pochi centimetri. Questo è il primo passo per accertare la diagnosi di tumore testicolare, per poter definire il tipo istologico della malattia e per stabilire il successivo iter del paziente. In casi molto selezionati, il paziente può essere sottoposto alla sola enucleazione della massa testicolare. Tale approccio risulta percorribile solo in casi specifici, ovvero negli uomini con tumori testicolari bilaterali sincroni o metacroni, tumori testicolari in pazienti monorchidi e normale livello di testosterone preoperatorio o quando la lesione è inferiore al 30% del volume testicolare.
Rare ma potenziali complicanze dell’intervento sono rappresentate da dolore, ematoma, emorragia, infezione di ferita, febbre ed estrusione e rottura del materiale protesico, in caso di posizionamento di protesi.
Potenziali e importanti comorbidità della presenza del tumore e delle sequele derivanti dall’asportazione del testicolo sono l’infertilità e la riduzione dei livelli di testosterone.
Linfoadenectomia retroperitoneale con tecnica nerve-sparing
La linfoadenectomia retroperitoneale è un intervento di chirurgia maggiore che può essere eseguito con tecnica a cielo aperto, laparoscopica o robot-assistita. È stato dimostrato come i risultati a breve e lungo termine di tale procedura chirurgica siano sostanzialmente migliori quando essa è eseguita presso centri di riferimento con adeguato volume chirurgico ed elevato numero di casi per anno. La linfadenectomia retroperitoneale consiste nella rimozione dei pacchetti linfonodali nel retroperitoneo situati in prossimità dell’aorta e della vena cava, dei reni e degli ureteri e posteriormente all’intestino. Ha finalità sia terapeutiche (rimozione delle masse linfonodali residue dopo una chemioterapia o controindicazione all’esecuzione di trattamento radioterapico o chemioterapico) che diagnostiche (mancata risposta a trattamento chemioterapico o radioterapico), per qualsiasi tipo di tumore testicolare. La sagoma del campo chirurgico, e pertanto delle stazioni linfonodali da rimuovere, dipende dal lato del tumore testicolare originario (destro/sinistro) e dal riscontro radiologico pre-operatorio. La principale potenziale morbidità a lungo termine legata alla linfoadenectomia retroperitoneale è la perdita dell’eiaculazione (fuoriuscita del liquido seminale dall’uretra in corrispondenza dell’orgasmo). Questa condizione può verificarsi in caso di danno alle fibre nervose simpatiche che decorrono attorno ai linfonodi retroperitoneali stessi. L’incidenza di tale complicanza è legata alla necessaria estensione della linfoadenectomia, dettata dallo stadio della malattia. La linfoadenectomia può essere pertanto “modificata”, ovvero limitata a seconda della lateralità del tumore, e “nerve-sparing”, cioè può prevedere il risparmio delle fibre nervose (con tassi di preservazione dell’eiaculazione anterograda riportati fino a 90-100%). La tecnica “nerve-sparing” trova i suoi candidati nei pazienti affetti da tumore non seminomatoso allo stadio I o II (diffusione ai linfonodi retroperitoneali), a basso coinvolgimento linfonodale e in casi selezionati di trattamento post-chemioterapico. La linfoadenectomia retroperitoneale è un intervento di chirurgia maggiore da eseguirsi in centri di riferimento e ad alta specializzazione.
Idrocele
L’intervento si propone di eliminare in maniera definitiva la raccolta di liquido che si forma all’interno della sacca scrotale. L’ intervento consiste in un incisione mediana dello scroto. Più raramente l’ accesso può essere inguinale con lussazione del testicolo al di fuori della borsa scrotale. Successivamente si procede ad accesso alla tonaca vaginale comune del testicolo che viene incisa. Viene aspirato il liquido contenuto all’ interno ed successivamente si esegue la resezione e la eversione della tonaca vaginale. Dopo accurata emostasi si procede a chiusura dello scroto con punti a lento riassorbimento che cadranno spontaneamente. In caso di idroceli particolarmente voluminosi, può essere posizionato un drenaggio scrotale che viene di solito rimosso dopo 1 o 2 giorni dopo l’intervento.
Possibili rischi o complicanze
- Complicanze intra-operatorie (rarissime): lesione del funicolo spermatico, lesione del testicolo
- Complicanze a breve termine (rarissime): edema scrotale, perdite ematiche, infezioni di ferita, orchite, epididimite
- Complicanze a lungo termine (rarissime): recidiva, dislocamento craniale del testicolo, atrofia testicolare, ematoma scrotale con necessità di drenaggio percutaneo o chirurgico
Varicocele
L’accesso chirurgico può essere di vari tipi:
- Incisione a livello sub-inguinale e legatura delle vene spermatiche a livello del canale inguinale
- Incisione a livello inguinale e legatura delle vene spermatiche a livello del canale inguinale (Tecnica di Ivanissevich)
- Legatura alta delle vene spermatiche per via laparoscopica
- Incisione a livello addominale con legatura delle vene spermatiche retro peritoneale (Tecnica di Palomo)
Possibili rischi o complicanze
- Lesione del funicolo spermatico (nel caso dell’incisione sub-inguinale ed inguinale)
- Infezioni di ferita,
- Idrocele reattivo (incidenza del 3-8%)
- Ematoma in sede di ferita
- Edema scrotale
- Ematoma scrotale (nel caso dell’incisione sub-inguinale ed inguinale)
- Recidiva (16% circa)
- Parestesie (alterata sensibilità) nella zona inguinale ed alla coscia omolaterale
- Sclerotizzazione percutanea delle vene spermatiche per via retrograda o anterograda (incisione scrotale)