Domande Frequenti
Generali
Non ci sono controindicazioni. Tuttavia, se la partner è in età fertile, durante le terapie sistemiche (specie la chemioterapia) vanno usati dei metodi contraccettivi al fine di evitare gravidanze per il rischio mal formativo.
Prende il nome dal patologo Donald Gleason che ha ideato questa classificazione definendo 5 gradi di malignità dell’adenocarcinoma prostatico. Il punteggio di Gleason assume un’importanza fondamentale nel condizionare la scelta terapeutica perché distingue i tumori che hanno tendenza a progredire velocemente o meno: mettendo insieme il punteggio di Gleason, lo stadio della malattia e il valore del PSA è infatti possibile ipotizzare l’esito clinico del trattamento e le probabilità di guarigione.
Nel 2017 in Italia sono stati stimati poco più di 369.000 nuovi casi di tumore maligno di cui circa 192.000 negli uomini (54%) e 177.000 nelle donne (46%). Complessivamente in Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. Le 5 neoplasie più frequenti nel 2017 nella popolazione sono state quelle del colon-retto (53.000 nuovi casi), seno (51.000), polmone (41.800), prostata (34.800) e vescica (27.000).
Sono terapie dirette contro un bersaglio molecolare specifico cioè un recettore, un fattore di crescita o un enzima. Questi bersagli molecolari, presenti principalmente nelle cellule tumorali, sono responsabili della crescita e della diffusione incontrollata delle cellule tumorali, della loro resistenza alle terapie tradizionali e, in alcuni casi, della produzione di nuovi vasi sanguigni. La funzione delle terapie mirate è di disturbare la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali, bloccando questi processi o rallentandoli.
Le terapie mirate e la chemioterapia hanno meccanismi di azione diversi. La chemioterapia interferisce con la tendenza delle cellule tumorali a moltiplicarsi in maniera più veloce rispetto alle cellule normali. Per questo, la chemioterapia può danneggiare anche i tessuti normali dell’organismo che sono soggetti a un maggior ricambio, come la pelle, i capelli, le pareti dell’intestino (mucosa intestinale). Le terapie a bersaglio molecolare invece funzionano in modo più preciso verso il bersaglio contro cui sono dirette. Questi trattamenti sono, quindi, capaci di interferire con la crescita del tumore senza danneggiare in maniera eccessiva i tessuti sani. Le terapie a bersaglio molecolare sono, infatti, considerate più sopportabili dai pazienti, proprio perché provocano meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia.
La chirurgia è, in genere, il primo passo nel trattamento dei tumori. In particolare è indicata per rimuovere tumori localizzati e in fase non troppo avanzata; rimuovere metastasi isolate; ridurre i sintomi provocati dalla compressione degli organi circostanti e migliorare la qualità di vita del paziente, anche nei casi in cui non è possibile l’eradicazione completa del tumore. Quando la diagnosi è precoce e la massa ha dimensioni ridotte, la chirurgia può costituire l’unica terapia necessaria. In altri casi, va preceduta o seguita da chemioterapia o da altre tipologie di cura. I clinici possono sconsigliare l’intervento se il cancro è molto esteso e la malattia è in fase avanzata.
Tumore della prostata
No, le due patologie sono ben distinte. Originano in zone diverse della ghiandola prostatica e possono coesistere, ma non esiste un diretto collegamento tra le due condizioni.
L’attività sessuale non ha alcuna influenza sulla progressione della malattia, tuttavia durante il trattamento possono insorgere problemi di libido e di erezione a causa dei farmaci somministrati. In questo caso, è consigliabile parlarne con il medico di fiducia
Non ci sono precauzioni particolari. Appena il paziente se la sente può guidare l’auto svolgere attività quotidiane in relazione alle sue possibilità.
Non ci sono controindicazioni ai viaggi. È bene però evitare luoghi dove si possono contrarre malattie infettive (diarree, ecc.) o dove non vi sono sistemi sanitari analoghi al modello occidentale. Bisogna assicurarsi di possedere documenti in regola, in caso sopraggiungano problemi di salute. Si può viaggiare in aereo, ma in caso si soffra di disturbi polmonari è bene consultare il proprio oncologo. I soggiorni in montagna ad alta quota potrebbero non essere consigliati e, anche in questo caso, sentire prima della partenza lo specialista
Tumore della vescica e del rene
Non al momento, sebbene esami periodici dell’urina, specialmente per evidenziare presenza di sangue in tracce, possano permettere una diagnosi più precoce.
I farmaci specifici per la cura del tumore o i loro effetti collaterali non sono mai nocivi per le persone che ci stanno accanto, nemmeno per le donne in gravidanza e per i bambini. Non vi è modo per cui di trasferire il farmaco ad altri se non con l’allattamento: le madri che assumono farmaci non possono quindi allattare i figli. Solo con certi esami diagnostici, come le scintigrafie, è necessaria qualche precauzione, ma il personale sanitario informa sempre i pazienti in merito.
Il grado rappresenta il livello di differenziazione del tumore rispetto al rene sano. Va da 1 a 4 e generalmente i gradi più bassi hanno un comportamento meno aggressivo.
Sono diversi i fattori di rischio associati all’insorgenza di questa neoplasia: il fumo (responsabile di circa il 40% dei casi fra gli uomini), l’ipertensione arteriosa e l’esposizione occupazionale a cancerogeni chimici. Un ruolo particolare può essere attribuito al sovrappeso, a cui va ricondotto il 25% delle diagnosi. Un dato preoccupante se consideriamo che circa il 30% degli italiani ha problemi di sovrappeso.
Non vi sono dati scientifici in merito all’utilizzo di integratori, ma si può sicuramente trarre giovamento da una dieta equilibrata e da un buon apporto idrico e salino
Tumore del testicolo
L’intervento di orchiectomia, con asportazione di un testicolo, non dà ricadute sull’erezione, né sulla produzione di testosterone e di sperma, e il paziente può continuare la sua attività sessuale come prima della chirurgia. È possibile notare un calo della libido, ma è utile ricordare che è solo transitorio. Se sono stati asportati entrambi i testicoli, la produzione di testosterone si blocca, quindi anche la pulsione sessuale. In questo caso, è necessario assumere una terapia sostitutiva con testosterone (in compresse, iniezione o cerotto), che riporta alla normalità la libido e l’erezione.
Non più di quelli di una qualsiasi operazione chirurgica, se non l’aspetto estetico della perdita di un testicolo che può essere risolto con l’impianto di una protesi. Dopo la linfoadenectomia (cioè l’asportazione dei linfonodi retroperitoneali), necessaria se sono evidenti metastasi ai linfonodi, si può manifestare eiaculazione retrograda, cioè la fuoriuscita di liquido seminale in vescica e la sua eliminazione con l’urina, che può causare disagio. Le nuove tecniche chirurgiche, che risparmiano i nervi, possono però evitare questo evento nell’80-90% dei casi.